Storia e curiosità di Albegno e della sua Parrocchia
di Patrick Bonacina e Giovanni Brembilla
Archivio di Stato di Milano, Catasto Napoleonico, mappa del Comune di Albegno, 1809.
Ubicato nell’alta pianura bergamasca a 6 km a sud-ovest del capoluogo orobico, Albegno è una frazione del comune di Treviolo.
Il toponimo potrebbe derivare da un ipotetico fundus Albinii (podere di Albinio) di epoca romana, oppure essere di creazione medioevale antica derivante dal nome personale latino o germanico Albo. Dai documenti archivistici questa è l’evoluzione del toponimo: Albinias (871), Albinies (879), Albenies (prima del 909), Albineas (911), Albingna (968), Albinia (984), Albigne (985), Albinnie (1024), Albigno (1186), Albenio (1187). La dizione Albenio -talvolta variante in Albennio nei documenti basso-medioevali- si definirà come Albegno nel corso del XVII secolo.
Comune autonomo già nel 1220, Albegno nel 1331 faceva capo alla facta di Porta Santo Stefano de Foris (Statuto di Bergamo, 1331). Durante il dominio veneziano (1428-1797), il comune di Albegno appartenne alla quadra di Mezzo ed era retto da un console, un tesoriere e due sindaci. Nel gennaio 1810 venne aggregato al comune di Bergamo (Decreto 31 marzo 1809); mentre in base al Compartimento territoriale del Regno Lombardo-Veneto del 1816, Albegno riottenne l’autonomia comunale venendo retto da una deputazione composta da tre membri scelti fra gli estimati del comune. Con Legge del 23 ottobre 1859, il comune di Albegno fu retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri; successivamente, per la Legge sull’ordinamento comunale del 1865, venne amministrato da un sindaco, una giunta e un consiglio. Con la Riforma dell’ordinamento comunale del 1926, il comune di Albegno venne amministrato da un podestà di nomina governativa. Con Regio Decreto 1° novembre 1928 n. 2545, i tre comuni di Albegno, Curnasco e Treviolo vennero accorpati nell’unico comune di Treviolo.
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