Chiesa di Santa Cristina

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L’evangelizzazione della campagna italiana avvenne nel corso dei secoli V e VI dopo Cristo; forse legata a questo processo di cristianizzazione del nostro territorio è la scomparsa chiesa di Santa Cristina, posta all’incrocio delle attuali vie Don Basilio Bravi e Santa Cristina. Probabilmente vicino a questo oratorium passava la strada romana Bergamo-Milano che, attraversando l’odierno territorio comunale di Treviolo (per le vie Cerlone, Galletti, Don Bravi, Maestri del Lavoro e Strada dei Prati di Sopra), proseguiva poi verso sud-ovest sul margine del primo terrazzo fluviale del Brembo per incrociare, infine, la strada Milano-Brescia presso Pons Aureoli (Canonica d’Adda).

 

La leggenda racconta che questa zona, un tempo occupata da uno stagno infestato da spiriti maligni, fu bonificata e vi fu edificata una cappella dedicata alla santa di Bolsena, proprio perché invocata contro gli influssi del demonio e preposta alla fertilità della terra. Tuttavia la citazione più antica della chiesa di Santa Cristina è contenuta in un contratto di permuta stipulato a Bergamo il 28 ottobre 1030. Invece dai privilegi dell’antipapa Vittore IV (1160), di papa Alessandro III (1169) e di papa Urbano III (1186) sappiamo che l’oratorium apparteneva ai canonici della cattedrale di San Vincenzo in Bergamo: erano costoro che nominavano un chierico che era anche il responsabile ultimo dell’amministrazione del beneficio semplice collegato alla cappella e consistente in 10,35 ettari di terreno. Nel 1309 il beneficio di Santa Cristina fu suddiviso in tre parti con la conseguente nomina di tre chierici beneficiati che affittavano i terreni ai contadini della zona. Tale forma di amministrazione continuò fino a quando tutto il patrimonio venne liquidato: prima quello di due benefici nel 1800 e, infine, quello del terzo nel 1817.

 


Archivio di Stato di Milano, Catasto Napoleonico, mappa del Comune di Albegno, Oratorio di Santa Cristina (cerchiato), 1809.

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Invece la chiesa di Santa Cristina, oggetto di una sincera devozione popolare, era in rovina già nel corso del XVI secolo, anche se un restauro della zona absidale fu eseguito nel 1558 a spese dei parrocchiani di Albegno. Tuttavia nei primi decenni del Seicento la chiesa fu venduta a privati e, anche per l’alta mortalità provocata dalla peste del 1630, la devozione scomparve. La chiesa di Santa Cristina, con una superficie di 70 metri quadri e ridotta ad oratorio privato, fu infine demolita nel 1895.

 

Nel 1971, all’incrocio delle vie IV Novembre e Santa Cristina, fu posto un rilievo bronzeo dell’artista Rota Nodari raffigurante il Martirio di santa Cristina.

Rota Nodari, Martirio di Santa Cristina, rilievo bronzeo, 1971.