Morti del Pascolo

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Ad Albegno la peste del 1630 aveva mietuto 180 vittime su 277 abitanti. Sul luogo della loro sepoltura, un terreno comunale adibito a pascolo e situato alle falde del primo terrazzo fluviale del Brembo, venne edificata una cappella che fu poi demolita nel 1854-55. L’attuale fu costruita in un anno compreso tra il 1855 e il 1863, presso il margine superiore del primo terrazzo fluviale e prospiciente via Salvo D’Acquisto.

 

La cappella, costituita da un piccolo vano con volta a vela, era preceduta da un portico retto da quattro colonnette in pietra arenaria; nel 1890 il portico fu murato per potervi celebrare lecitamente la messa e fu posta la campana ancora in uso.

 

Nel 1903 la cappella fu registrata tra i beni esclusi dall’estimo nel Nuovo Catasto Terreni (Cessato Catasto).

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Ignoto, Ecce Homo, tempera, 1958.

Nel 1906 fu dedicata al beato Alberto da Villa d’Ogna, per il suo patronato sui lavoratori della campagna.

 

Nel 1949 i Morti del Pascolo furono aggregati alla nuova parrocchia di Brembo di Dalmine, provocando una contestazione da parte degli albegnesi che si trascinò fino al 1957, quando furono reincorporati alla parrocchia di Albegno. L’11 maggio 1958, dopo l’accurato restauro dell’edificio promosso dalla parrocchia e sostenuto dalla popolazione, il cancelliere vescovile mons. Giovan Battista Magoni benedisse il nuovo altare.

 

Un ulteriore restauro fu eseguito nel 1985 per il significativo contributo dei coniugi Antonio Milesi e Cornelia Nava: in quell’occasione si pavimentò in porfido lo spiazzo antistante.

 

La devozione popolare privilegia in particolare il 7 maggio, memoria liturgica del beato Alberto, e il 2 novembre, commemorazione dei fedeli defunti.

Chiarina Rossi, Beato Alberto da Villa d'Ogna, olio su tela, 1906.

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Ignoto, Beato Alberto in preghiera, olio su tela, anni '40 del secolo XX.

I Morti del Pascolo, 1855-1863.